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Luca Ceriscioli ha inviato una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte per evidenziare le problematiche legate alla ricostruzione post sisma e la necessità di misure straordinarie. Nelle Marche, infatti, l’emergenza sanitaria per il Coronavirus si aggiunge allo stato emergenziale causato dal sisma del 2016.

Nel suo discorso alla Nazione Conte si è trovato a citare il modello del Ponte Morandi come esempio di situazione da imitare, che ha messo in moto un piano straordinario di opere ed investimenti pubblici e privati. La richiesta di Ceriscioli, allora, è quella di snellire le normative e non dimenticarsi delle Marche e di tutto il Centro Italia colpito dal terremoto, accelerando la ricostruzione che, ad oggi, è pressoché ferma.

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Ceriscioli, la lettera a Conte

Ecco il testo della lettera inviata dal Presidente della Regione Marche a Conte:

“Caro Presidente del Consiglio Conte, l’emergenza nazionale per il Coronavirus nelle Marche è una ulteriore tragedia che si aggiunge a quella che viviamo da oltre tre anni, il sisma che ha colpito un terzo della nostra regione nel 2016.

Ho ascoltato con molta attenzione il Suo messaggio di ieri, nel quale ha spiegato le misure straordinarie prese dal governo per il Coronavirus. Correttamente evidenzia che il nostro Paese si trova in una situazione straordinaria che necessita di misure straordinarie.

Le Sue parole sono le stesse con cui da oltre tre anni racconto nelle sedi istituzionali e sulla stampa il dramma del terremoto. Cita il modello del Ponte Morandi come modello per l’Italia, e cioè un piano straordinario di opere pubbliche e private, di infrastrutture e di investimenti.
Non Le sfugge che sono le stesse istanze che poniamo alla attenzione dei governi che si sono succeduti per poter snellire le norme e accelerare la ricostruzione.

La svolta ancora non c’è stata, siamo rimasti ripetutamente inascoltati, accusati ingiustamente di immobilismo.

E allora mentre affrontiamo insieme l’emergenza sanitaria del Coronavirus io le chiedo di non dimenticare il sisma con oltre 50 vittime, più di 30 mila sfollati, i danni a persone, cose, beni, imprese e servizi. Una catastrofe di grandi proporzioni.

Per cambiare passo e ridare speranza a questi territori occorrono quegli strumenti straordinari per una situazione straordinaria, nel caso del sisma sarebbe sufficiente accogliere gli emendamenti, presentati più volte dalla Regione Marche. Sono stati scritti da quegli stessi tecnici che negli Uffici speciali per la ricostruzione hanno visionato migliaia di pratiche e che hanno piena consapevolezza di ciò che serve.

Solo un suo intervento può cambiare il corso della ricostruzione che rimane per noi e per il Paese una grande ferita sociale, che genera ancora sofferenza nella popolazione, penalizza lo sviluppo e il rilancio delle nostre meravigliose aree interne, le stesse che oggi affrontano contemporaneamente l’emergenza Covid-19. Le chiedo di non dimenticare le Marche e la sua comunità, di offrirci norme efficaci, di dimostrare che il Governo da Lei presieduto risolverà anche l’emergenza ricostruzione”.

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