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Perché noi siamo così. Siamo levantini, ed evitiamo le soluzioni.
Le soluzioni chiudono gli argomenti, mentre a noi piace tanto argomentare. Su tutto, ma proprio. E se pur non sappiamo di cosa si stia parlando, bene, su quella cosa abbiamo un’opinione. E vogliamo dirla. Ed essere ascoltati.
Fino alla fine. Eh, sì.

Perchè detestiamo i numeri e le statistiche

Detestiamo le analisi coi numeri e le statistiche, che ti costringono nel grigio recinto della logica. A noi piace discutere, prendere la questione alla larga, dalle sue periferie più estreme e avvicinarci al centro (solo avvicinarci, eh!). Prendendo i vicoli traversi, contorti, pieni d’incroci; che esploriamo senza trascurarne uno. E quando il centro della questione (inevitabilmente, ahimè) s’avvicina, allora tie’: un colpo di reni e si cambia discorso. Per riprendere le distanze.

Perchè è la nostra natura

Noi detestiamo la povertà della sintesi; la tristezza della concisione; la spoglia silhouette dell’essenzialità.
Noi arricchiamo le frasi e barocchiamo la sintassi. Usiamo periodi rotondi e musicali. Addobbiamo di fregi le ragioni. Preferendo quelle sfumate, che accettano di farsi cucire su misura; meglio se indefinite e confuse. Ché le ragioni nette ci rattristano come branche di caduche foglie d’autunno.
Questo noi siamo.

Cultori dell’arzigogolo, artisti del superfluo, virtuosi del distinguo, cacciatori del particolare, fino all’estremo ingrandimento, dove anche il nulla acquista uno spessore.
Perciò aborriamo ciò che va al punto, senza aver percorso una gimkana ad ostacoli. Sicché siamo arringatori provetti e non difendiamo mai un imputato ma la vittima. Perché la sentenza sia impossibile e il processo continui.

Perchè è colpa della tradizione, pare

Tradizione che ci appiomba i garretti e ci rende lenti al progresso, che commentiamo immobili dal tavolo del bar, sicuri che, prima o poi si stancherà e siederà con noi.
Che poi, ‘sto progresso, che sarà mai? e se dopo è solo un altro argomentare?
La grande tradizione, che trasudiamo dalle camicie ricamate e dalle citazioni latine. Magari anche anglosassoni, che così si vede che uno s’è documentato, mica chiacchiere.

Sì, siamo levantini, e ci va bene.
L’evoluzione, con noi, non l’avrà facile. Dovrà stanarci e tirarci fuori per i capelli, finché lei pure non si  convincerà, sfinita, che ogni passo avanti è un punto d’entropia.
E allora: a che pro?
Va bene, dovremmo riattaccare quel bottone della giacca: saran cinque minuti di lavoro, che ci vuole?
Ma avremmo un argomento in meno.
Mentre è così ameno conversare. Nell’ora che l’aria si fa dolce e il sole cala all’orizzonte.
Per risorgere domani. E ritramontare.
Che inutile reiterazione.
Quanta fatica.
Ma ne varrà la pena?
Dài, parliamone…

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