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Festival di Sanremo: il salotto italico

Solerte funzionario statale: buongiorno.
Io: buongiorno a lei.
SFS: prego, favorisca nome, cognome, sesso, luogo e data di nascita.
Io: avete il mio codice fiscale. Siamo ancora a questo punto?
SFS: precisamente. Lei è italiano?
Io: assolutamente sì.
SFS: e conosce l’italiano?
Io: cosa le sembra? Ovvio che conosco l’italiano, e capisco anche diversi dialetti.
SFS: bene. E le parolacce?
Io: le conosco tutte, anche le più esclusive.
SFS: ottimo, e dove le ha imparate?
Io: in collegio.
SFS: e come mai i suoi la mandarono in collegio?
Io: dicevo troppe parolacce.
SFS: non male. E i cibi? Qual è il suo cibo preferito?
Io: pastasciutta al sugazzo di pomodoro semisolido, con una sbandierata di basilico e una nevicata di parmigiano 36 mesi. Il tutto in modica quantità.
SFS: quanto modica?
Io: più o meno una cofana.
SFS: complimenti.

sanremo

2023: Festival di Sanremo n. 73

No Sanremo? No passaporto

Io: grazie. E ora mi dite perché mi avete ritirato il passaporto?
SFS: oddio, è solo una sospensione. È che il governo, dopo tutta questa immigrazione, vuole stabilire il livello di italicità degli abitanti. Sa, questioni di sicurezza. Ma non si preoccupi, sta andando bene, tranne…
Io: tranne..?
SFS: beh, qui risulta che non ha mai visto il festival di Sanremo. È una cosa che desta dei sospetti
Io: ma è assurdo…
SFS: non tanto. Segno di scarso patriottismo. Un domani, chissà, potrebbe passare allo straniero… posto che non sia già una spia. Ha un motivo per disertare il festival?
Io: ce l’ho: detesto il frivolo, ma ci sto lavorando…

SFS: vede? Non ha capito nulla. Il festival di Sanremo non è una frivolezza ma l’unico, vero salotto italico, dove la gente si raccoglie, canta, fa il tifo, commenta, spettegola, riflette, si commuove, tutta insieme alla stessa ora. Non è meraviglioso?
Io: a dire il vero, no, ma non faccia caso. E ora come potrei riavere il mio passaporto?
SFS: semplice. Abbiamo un programma di recupero per casi come il suo. Dovrà frequentare per qualche tempo una comunità dove ascolterà e canticchierà tutte le canzoni vincitrici di Sanremo, dal dopoguerra in poi.
Io: no… la prego. Potrei optare per un lavoro socialmente utile in solfatara?
SFS: mi dispiace, è la prassi. Vedrà, alla fine le piacerà. Ma mi lasci dire una cosa: sia più umile.
Io: che vuole dire?

Non vedi Sanremo? Sei spocchioso

SFS: voglio dire che voi… voi… non so come chiamarvi… che avete quella spocchia e snobbate lo spettacolo nazional-popolare per dimostrare chissà cosa. Ma chi vi credete di essere?
Io: ehi, non si scaldi tanto. Le assicuro, non era mia intenzione. D‘accordo, mi sottoporrò al trattamento. Del resto, sono sopravvissuto alla tv commerciale…
SFS: bravo, se collaborerà sarà tutto più facile. E non dimentichi: ‘graaazie dei fiooor’…
Io: quali fiori?
SFS: lo sapevo; non afferra proprio. Ma non disperi: abbiamo delle ottime statistiche di guarigione.
Io: potrei almeno portare con me un mp3 dei Pink Floyd? Con l’auricolare… per i momenti di sconforto…
SFS: faccio finta di non aver sentito. Ora vada e buona fortuna.
Io: veramente gentile… ‘grazie dei fior’… ok, ho capito: Sanremo, fiori, pollini… mi sta suggerendo che la mia è una questione di allergia… ce la farò, vero?
SFS: certo che ce la farà (poveretto, non ce la farà mai…)
Io: grazie della dritta e a presto (aiuto… me lo sentivo che prima o poi sarebbe successo. Stavolta sono fatto. Qualcuno ha un antistaminico..?)

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