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Bronchiolite e nuove pubblicazioni, non servono cortisone, antibiotici e broncodilatatori. Pubblicate le nuove linee guida per prevenire il contagio, in particolare tra i più piccoli.

Bronchiolite, non servono cortisone e antibiotici

Le nuove linee guida italiane affermano che cortisone, antibiotici e broncodilatatori possono avere effetti collaterali. Le linee sono state realizzate con l’egida della Società Italiana di Pediatria (SIP), della Società di Neonatologia (SIN) della Società per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) e di altre 13 società scientifiche pediatriche. Di poche settimane fa la pubblicazione sull’Italian Journal of Pediatrics. Un aggiornamento a quelle del 2014, alla luce delle ultime evidenze scientifiche. Nella pubblicazione scientifica si ribadisce che “si utilizzano spesso farmaci per i quali non vi sono evidenze

Farmaci come il cortisone, gli antibiotici i broncodilatatori non dovrebbero essere usati, mentre questo ancora accade spesso. Le Linee guida enfatizzano l’importanza di dare informazioni ai genitori dei bambini piccoli per prevenire l’infezione. Nella bronchiolite uno degli aspetti fondamentali è quello della prevenzione, dal momento che, oltre all’ossigeno, non vi sono né antivirali né vaccini disponibili“. Il commento di Eugenio Baraldi, direttore del Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino dell’Azienda-Ospedale Università di Padova. 

La situazione in Italia

Negli ultimi 2 anni in Italia e nel mondo ci sono state pesanti epidemie di bronchiolite che hanno messo in difficoltà i sistemi sanitari. La maggior parte dei ricoveri riguarda lattanti nel primo anno di vita. Il principale agente eziologico della bronchiolite è il virus respiratorio sinciziale (VRS). Si stima che questo virus infetti più del 60% dei bambini durante il primo anno di vita. La pandemia legata al Covid ha comportato cambiamenti drastici nella curva epidemica di questo virus. Le misure di sanità pubblica imposte dai vari Paesi tra cui l’Italia, hanno portato prima a una drastica riduzione del numero di casi e poi ad una recrudescenza del virus. Quando tali misure sono state revocate abbiamo assistito ad un drastico aumento della circolazione del virus, con picchi in periodi atipici dell’anno e un impatto considerevole sui servizi sanitari.

Dal punto di vista della prevenzione farmacologica vi è un anticorpo monoclonale per il VRS già a disposizione, Palivizumab. Lo stesso che si usa da tanti anni per proteggere i lattanti nati prematuri. Una novità che si sta affacciando sul mercato è un nuovo anticorpo monoclonale che potrebbe essere dato a tutti i lattanti per una profilassi universale. Tale strategia potrebbe contenere le epidemie stagionali da VRS e il numero di ricoveri. Vi sono poi diversi vaccini in fase di studio, ma sono più distanti nell’arrivare alla clinica, all’applicazione.

I consigli degli esperti

 I consigli degli esperti per i genitori è non baciare i piccoli se si è raffreddati. Usare la mascherina in caso di raffreddore quando ci si avvicina. Il latte materno contiene anticorpi contro numerosi agenti infettivi e riduce il rischio di infezioni gravi da VRS e di ospedalizzazione. Lavare le mani e chiedere di fare altrettanto ad altre persone in contatto con il piccolo. Tenere lontano il bimbo da altri bambini o adulti con il raffreddore. Non fumare in casa, il fumo aumenta il rischio di infezione. Se il bambino è prematuro o affetto da malattie cardiache o polmonari chiedere al pediatra se vi sono le indicazioni all’utilizzo degli anticorpi monoclonali per la prevenzione delle infezioni da VRS. Tutte queste misure aiutano a prevenire anche le infezioni respiratorie causate da altri virus e batteri.

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